IRISH FILM FESTA 12 – La prima italiana di Black ’47 nella quarta giornata del festival

IRISH FILM FESTA 12 – La prima italiana di Black ’47 nella quarta giornata del festival

La proiezione serale della quarta giornata dell’IRISH FILM FESTA conclude una programmazione già qualitativamente ricchissima con la première nazionale di un film attesissimo dagli appassionati amanti del cinema irlandese o più semplicemente del buon cinema: Black ’47 (2018). Se nel pomeriggio era stato trionfalmente accolto l’attore nordirlandese John Lynch (ospite d’onore dell’edizione), nella serata è stata la volta del film di Lance Daly, lodato dalla critica e campione d’incassi ai botteghini irlandesi, con oltre un milione e mezzo di euro guadagnati.

Frutto di una coproduzione tra Irlanda e Lussemburgo, il film è l’adattamento di precedente cortometraggio diretto nel 2008 da PJ Dillon e Pierce Ryan An Ranger (i due registi risultano cosceneggiatori del film di Daly, Nda). Un kolossal a tutto tondo per l’Irlanda che tocca un argomento molto sentito della storia irlandese: la Grande Carestia che dal 1845 al 1849 ridusse la popolazione irlandese di oltre il 25% e diede inizio alla diaspora verso l’Inghilterra (Liverpool e Londra) e soprattutto verso gli Stati Uniti d’America. Black ’47 amplifica l’atmosfera della Grande Carestia raccontando una storia di vendetta nella sua forma più cruda, bruta e violenta che colpisce e coinvolge gli spettatori dal primo all’ultimo minuto del lungometraggio, grazie anche al cast stellare che lo interpreta. Al suo interno vi sono le stelle Hugo Weaving (Matrix, Il Signore degli Anelli, Cloud Atlas), Jim Broadbent (Moulin Rouge, Cloud Atlas, The Iron Lady, Brooklyn), Stephen ReaMoe Dunford, alla seconda pellicola proiettata in questa edizione dell’IRISH FILM FESTA.

Moe Dunford e Susanna Pellis introducono la pellicola Black ’47. L’intervento dell’attore è stato caratterizzato anche dall’invito “a sorpresa” dell’attore Dara Devaney a intonare due strofe di alcuni canti popolari gaelici

Presente in sala durante la serata, ad accompagnare l’intervento introduttivo della Direttrice Artistica dell’IRISH FILM FESTA Susanna Pellis, l’attore Moe Dunford che ha avuto modo di introdurre brevemente la pellicola al pubblico presente evidenziando “il carattere molto intimo e sentito che Black ’47 ha tracciato del raccontare la Grande Carestia irlandese“. Un intervento che ha visto anche una piccola “sorpresa” per il pubblico: l’invito sul palco dell’attore Dara Devaney (An Klondike, Murdair Mhám Trasna, in basso, Nda) che, sebbene non presente nella pellicola, ha avuto modo di raccontare la Grande Carestia in musica intonando alcuni versi di alcuni canti popolari in lingua gaelica, accompagnando la propria voce (un primo brano cantato in seannós) con una chitarra. La pellicola è stata preceduta dalla proiezione del cortometraggio Clean (già recensito da Policlic), con Susanna Pellis che ha ringraziato la regista Simone Kirby e l’attore Ferghal McElherron (in alto a destra, Nda) per la loro presenza.

Una chitarra da accordare per l’attore irlandese Dara Devaney

La storia di Black ’47 è ambientato nella regione del Connemara nel 1847, l’anno più duro della Grande Carestia. Il protagonista è il soldato Martìn Feeney (interpretato magistralmente da James Frecheville) che dopo aver servito per anni nell’esercito britannico nella campagna in Afghanistan fa ritorno nella propria terra. Ma il ritorno è traumatico: la Grande Carestia ha già decimato la popolazione del suo villaggio natale e ridotto la popolazione in condizioni di estremo disagio e povertà.
Alle prime già drammatiche notizie della perdita dei suoi familiari più stretti si associa successivamente il dover assistere impotente alla morte della sorella e dei suoi figli per mano delle forze di polizia locali guidate dallo spietato Fitzgibbon (Moe Dunford). Una morte dovuta all’avarizia e al disprezzo dei proprietari terrieri al soldo della Corona inglese verso gli irlandesi. Al tempo, infatti, era stata introdotta la c.d “tassa sui poveri” che aveva portato i proprietari terrieri leali a Londra a espropriare tutte le abitazioni e gli apprezzamenti che avevano affittato alle famiglie più indigenti irlandesi. Con lo sterminio della sua famiglia e del suo popolo, Feeney mette in atto la sua vendetta e servono ben poche parole: agisce. Brandendo il suo fucile e il suo kukri, segue uno ad uno gli uomini coinvolti nella strage della sua famiglia e li uccide in maniera brutale.

La serie di omicidi suscita l’allerta delle autorità irlandesi (già alle prese con Feeney per il rogo di una caserma di polizia) e porta i soldati inglesi ad “assoldare” l’ispettore Hannah (Hugo Weaving), ex capitano di Feeney caduto in disgrazia, per dare la caccia al soldato ribelle. Soltanto un uomo con il quale Feeney ha condiviso gli anni di campagna militare in Afghanistan è in grado di anticipare per salvare la vita del meschino Lord Kilmichael (Jim Broadbent). Parte così un’avvincente caccia all’uomo nelle desolate e gelide vallate del Connemara tra Feeney e i suoi inseguitori, un viaggio in cui il regista mostra la disperazione scolpita nei volti degli uomini e delle donne in preda agli stenti e alla fame. Persone derubricate a semplice “forza lavoro” da parte dei dominatori inglesi (che nella storia furono i fautori della Grande Carestia), i quali non esitano a mostrare, come nel caso di Kilmichael, il proprio disprezzo verso la “feccia indigena”.

Black ’47 è stato descritto in alcuni articoli delle maggiori testate irlandesi come “la risposta irlandese” al capolavoro Braveheart di Mel Gibson. Personalmente ritengo il paragone un po’ eccessivo considerando le differenze tra le due pellicole. Non c’è però dubbio alcuno che il film di Daly debba essere considerato un grande film che rende onore al toccante argomento trattato e che sia stato curato con estrema attenzione in ogni suo particolare, dalle atmosfere tetre ma ugualmente vive e animate dal fuoco della vendetta di Feeney, alle musiche avvincenti e incalzanti che rendono ancora più coinvolgente il racconto narrativo, fino alle ottime interpretazioni tanto degli attori più rinomati quanto dei più giovani come Barry Keoghan (’71, Dunkirk), fresco di nomina ai BAFTA Awards di quest’anno.

Consigliato? No, Black ’47 è consigliatissimo. Nella speranza ardente che venga distribuito anche nei circuiti cinematografici del nostro Paese.

La Direttrice Artistica dell’IRISH FILM FESTA Susanna Pellis saluta il pubblico presente alla proiezione del film Black 47

“Dietro le quinte” della Sala Kodak della Casa del Cinema.
Da sinistra a destra, l’attore Moe Dunford, la Direttrice Artistica dell’IRISH FILM FESTA Susanna Pellis e l’attore Dara Devaney



Guglielmo Vinci 
per www.policlic.it

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