Do ut des

Do ut des

Il meccanismo (ben oliato) dello scambio di voto è uno dei fenomeni più influenti della storia d’Italia, nonché uno dei motivi grazie ai quali il paese vive una situazione di stallo economico e culturale.

Ritengo, purtroppo, che sia inutile continuare a condannare le dinamiche che portano al verificarsi dello stesso, perciò sposterò la mi riflessione sulle relazioni sociali che si instaurano tra “venditore” e “acquirente”. Concentrerò, quindi, la mia attenzione su tutti coloro che, mettendo da parte la dignità, si adattano a questo sistema profondamente avariato.

Ci sono diversi fattori, imprescindibili, per la riuscita di questa pratica altamente deleteria: pauperismo moderno, ignoranza, sottomissione e capitale (pubblico) illimitato.

Con il termine “pauperismo moderno” intendo descrivere un fenomeno, sociale ed economico, caratterizzato da larghe e vaste aree in cui la soglia di povertà è molto elevata. Questa situazione garantisce ai maestri del business politico, di trovare un terreno fertile per i loro affari immorali attraverso lo strumento della “promessa”.

Altra conseguenza del “pauperismo moderno” è una buona dose di ignoranza. Quest’ultima consente di interpretare la “promessa”, da parte di questi occulti attori, come la possibilità di emanciparsi dalla loro situazione di povertà. L’emancipazione può avvenire: attraverso la promessa di un lavoro stabile, attraverso il versamento di cospicue somme di denaro.

In questa fase, la più delicata, si consuma la pratica più umiliante, ovvero quella della sottomissione all’individuo ricco e potente che, attraverso l’elargizione di soldi pubblici (quindi soldi del ricevente stesso, precedentemente rubati allo stesso), compera il voto e annulla definitivamente la personalità del povero votante.

Ritengo, inoltre, che sia interesse dei più ricchi e veterani della politica quello di mantenere queste situazioni di povertà, economica e culturale, stabile nel tempo. Così facendo, interi territori vengono trasformati in sacche di voti da usare a seconda delle contingenze politiche e delle competizioni elettorali varie.

Spero in una rottura con il passato, ma son sicuro che domattina, al mio risveglio, queste pratiche avranno, ancora una volta, condizionato il processo naturale di evoluzione del nostro paese e i che i soliti noti, sorridendo e sbeffeggiando il comune cittadino, raccoglieranno i frutti di un “fare politica “profondamente corrotto e nocivo.

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